Beni rifugio: i diamanti

In periodi come quelli che stiamo vivendo, caratterizzati da instabilità finanziaria e schizofrenia dei mercati, l’investitore medio, desideroso di tranquillità e sempre fedele ai dettami del buon padre di famiglia, corre il rischio di salire sulle montagne russe della borsa scendendone sempre più spesso molto più leggero oppure, peggio, di fidarsi di chi promette facili ricavi in brevissimo tempo, formula da cui diffidare anche in momenti ben più felici.

Dunque che fare?

C’è una categoria di investimenti che offre riparo dal tasso inflazionistico e garanzia di rivalutazione nel medio periodo: i beni rifugio.

Alla categoria dei beni rifugio appartengono tutte quelle materie prime che devono il proprio valore alla rarità o alla difficoltà d’estrazione, classico esempio è l’oro, il quale mantiene sempre alto il suo potere di rivalutazione anche se è ad oggi scambiato ad un prezzo abbastanza elevato.

Per quest’ultima ragione il bene rifugio che oggi detiene maggior appeal è il diamante.diamond

ATTENZIONE prima di correre in banca ad acquistare diamanti è preferibile conoscere l’argomento:

in primis l’investimento in diamanti non può essere pensato per dare frutti nel breve, bensì va preso in considerazione per lassi di tempo di almeno sette anni, detiene il vantaggio di non essere soggetto a tassazione (non è soggetto a tassazione sugli interessi essendo compravendita di un bene) e ha un incremento di valore più che inflazionistico. Il mercato dei diamanti ha anche un meccanismo particolare: prima di tutto l’investimento si fa solo con diamanti finanziari, nati appunto per questo scopo e collocati da alcune banche tramite società apposite, per i quali c’è una classificazione rilasciata al compratore ( fatta da aziende specializzate nella catalogazione ) in base a taglio, colore e purezza; il valore è garantito dal numero di carati della pietra che vanno da 0,5 a 2.

Qui occorre prestare maggior attenzione nel valutare l’investimento, poiché un diamante da 0,5 carati possiede un valore attorno ai 3.000 € mentre uno di due carati vale circa 40.000€ (questo per la rarità nel reperirne ) il mercato, ricco di diamanti da 0,5 , porta chi vende a dover abbassare il prezzo per rendere la propria offerta appetibile rinunciando ad un buon 20% del proprio guadagno. Ergo conviene cercare diamanti con più carati su cui investire? Sicuramente si ma tenendo conto del fatto che se per vendere un diamante da 0,5 carati ho 1000 compratori per venderne uno da 2 ne avrò solo 1, ciò vale a dire che se per vendere un diamante da 0,5 può bastare qualche giorno nell’altro caso mi ci vorrà qualche mese.

Ricapitolando i diamanti sono un’ottima forma di investimento (io direi di difesa del capitale) per chi non ha necessità di liquidi nel breve e non rischia di averne in tempi repentini, non sono soggetti a tassazione e hanno un aumento di valore più che inflazionistico; vanno preferiti diamanti di caratura almeno media per trovare un equilibrio tra frutto dell’investimento e tempi di liquidazione del bene.

REGOLE INVESTIMENTO IN DIAMANTI:

  1. Per almeno 7 anni l’investimento non va liquidato
  2. Scegliere diamanti da 1 o 1,5 carati.
  3. I diamanti non sono soggetti a tassazione
  4. Ogni anno hanno un aumento di valore più che inflazionistico (del resto sono un bene destinato ad esaurirsi)
  5. Mediamente un diamante che oggi vale 100 nel 2023 varrà almeno 150…non male!!

Come per tutti i tipi di investimento neanche questo è perfetto, ma può essere una valida e stabile alternativa, a cui difficilmente pensiamo, ai soliti prodotti che ci vengono proposti.

A presto.

Emanuele

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