Italia Paese di santi, poeti e consulenti

L’evoluzione della natura economica del nostro Paese ci offre importanti dati su cui riflettere.

La storia del nostro Paese è il più fulgido esempio dell’eccellenza italica. Nel mondo il paese che può vantare il maggior numero di bellezze artistiche e luoghi di interesse è certamente l’Italia. Nei secoli si sono alternati pensatori, filosofi, pittori, scultori, artisti in genere, letterati, scrittori, poeti, papi, condottieri e chi più ne ha più ne metta. Siamo celebri in tutto il mondo per la qualità e il pregio della nostra produzione. Anche oggi, però, la nostra analisi ha risvolti prettamente economici.

Nel 1960, quando la ripresa economica dalla batosta del conflitto mondiale era nel suo pieno, i lavoratori italiani erano così suddivisi:

  • Settore primario – agricoltura, allevamento, estrazione e pesca- 29,1%
  • Settore secondario – produzione industriale, edilizia- 40,6%
  • Settore terziario – servizi, turismo, consulenza– 30,3%

In estrema sintesi circa il 70% della popolazione era occupato nel tentativo di creare ricchezza, mentre il restante 30% si occupava di un ambito che distribuisce valore. Questa è la distinzione tra i settori primario e secondario, produttori e trasformatori di beni, ed il terziario che non crea nulla ma si occupa di distribuire ricchezza. La creazione di beni ha permesso l’esplosione economica che tutti conosciamo. Lentamente però questo processo ha ridotto la propria forza. La fotografia fatta al nostro Paese ora è ben diversa:

  • Settore primario 3,7%
  • Settore secondario 28,5%
  • Settore terziario 67,8%

Le percentuali si sono invertite. Il 70% della popolazione distribuisce ricchezza mentre il 30% la produce.

Da questa lettura nasce un nuovo progetto.

La riflessione che questi numeri ispirano è fin troppo semplice. Il settore terziario, quello al quale io stesso appartengo, deve riuscire a divenire un settore produttivo. Ancor più nello specifico la consulenza, oggi a volte fine a stessa, deve operare come catalizzatore dei settori produttivi. Una sorta di acceleratore economico al fine di indurre un circolo virtuoso di natura economica. La consulenza deve perdere la sua natura effimera, deve diventare concreta, quantificabile ed efficace.

Per approfondire questo tema, nei prossimi mesi, presenterò degli spaccati sulla realtà produttiva di artigiani e imprenditori. Intendo confrontarmi direttamente con chi produce ricchezza per tastarne idee e riflessioni. Capire qual è la visione che sta dietro alla concreta produzione economica mi affascina e penso possa essere di spunto per tutti.

A presto.

Emanuele

 

 

 

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