Economicamente l’apocalissi – Finanziariamente un buon momento per investire

Cos’è una bolla?

Spesso sentiamo associare al mondo finanziario il termine “bolla”. In economia il termine bolla si riferisce ad  un aumento irrazionale di valore di un bene, un servizio, un’impresa, un titolo seguito dalla fase di “scoppio” che riporta il valore ad un livello reale. Sia nel momento di creazione della bolla che in quello dello scoppio è fondamentale il meccanismo del “gregge”. La bolla nasce perché un gruppo di investitori (solitamente i grandi investitori) sceglie un comparto. A ruota l’investimento viene riproposto dagli investitori tradizionali, questo innesca un meccanismo di crescita di valore in quanto si immette capitale. Infine anche gli investitori  più restii entrano nel mercato, causando un ulteriore aumento del valore. Al contrario, appena dopo la fase di scoppio, il panico comporta una fuga dal mercato che rende il crollo del valore ancora più verticale.

La bolla dei tulipani.

Nel 1600 nei Paesi Bassi la richiesta di bulbi di tulipano raggiunse un valore tanto alto da divenire il principale investimento del paese. Questo fu causato dall’introduzione in Europa dalla Turchia del fiore. La classe media utilizzò i tulipani come attestazione di stato. La domanda di bulbi superava enormemente l’offerta, la borghesia desiderava fiori particolari a cui poter dare il proprio nome.  Nel 1635 40 bulbi vennero venduti per 100.000 fiorini (un maiale veniva valutato 100 fiorini). L’ossessione per i tulipani spinse molti a vendere immobili per investire nei bulbi, essi venivano scelti perché acquistavano valore in maniera repentina. Nel 137 la bolla speculativa scoppiò. Il valore dei tulipani crollò riducendosi di 10 volte, il panico fece il resto.  Centinaia di olandesi videro la loro situazione finanziaria azzerata.

Panico del 1825.

Nel 1825 specialmente in Inghilterra si registrò uno dei più famosi crolli finanziari della storia. A fronte di una frode circa un paese ricchissimo in Sud America (l’esploratore MacGregor sosteneva di essere il governatore del Poyais) la classe elevata investì immensi capitali. Smascherato l’imbroglio l’esposizione si rivelò tanto elevata da costringere alla chiusura sei  banche e solo un afflusso di riserve auree da parte della banca di Francia salvò la banca d’Inghilterra.

Crisi economica del 2008.

A partire dal 2007 dagli Usa fino a raggiungere tutto il mondo si è verificata quella che passerà alla storia come la grande recessione. A seguito dello scoppio della bolla immobiliare dei mutui subprime, affiancata ad una crisi economica globale, la paura ha imposto la corsa agli sportelli che ha aggravato ancora di più la situazione. Anche in questo caso la domanda di accesso al finanziamento per acquistare immobili che acquistavano sempre più valore è alla base del processo. Ovvia è ‘implicazione dei “crediti deteriorati”.

La “Madre di tutte le bolle?”

La mia è un’osservazione puramente economica. Oggi viviamo un momento storico dove la maggior parte degli strumenti di investimento possiede un valore mai visto prima. Il valore del mercato azionario è quasi doppio rispetto al fatturato reale delle quotate. Il mercato obbligazionario cresce a quasi doppia cifra percentuale. In entrambi i casi la crisi del rendimento dei prodotti a tasso garantito ha segnato uno spostamento di capitali verso comparti a rischio. Questa fase, anche se indotta, può rappresentare il momento di crescita spinta dagli investitori stessi. Non esistono in questo momento ragioni economiche valide che possano suggerire una crescita che, però, risulta in atto.

Una recentissima ricerca degli analisti di Deutsche Bank parla di “Madre di tutte le bolle”. Restando in un comparto finanziario poco economico è difficile dire se lo scenario che si prefigura è quello che la teoria suggerisce. In ogni caso scegliere una maggior liquidità in questo periodo è da ritenersi una scelta economica oculata.

A presto.

Emanuele

 

 

 

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