Chi c’è davvero al fianco degli imprenditori?

 Il sistema professionale isola gli imprenditori e non offre le necessarie tutele.

Non si può piacere a tutti e so che questo articolo farà storcere il naso a più di un lettore. Il punto di partenza è semplice: tra tutti i consulenti o sedicenti tali in pochissimi stanno davvero dalla parte degli imprenditori. Del resto come potremmo sostenere il contrario?

Tutto si articola attorno al sistema economico in cui viviamo. Il soggetto principale è la vendita e così la retribuzione di una infinita serie di attori professionali è legata alla performance commerciale. Sul biglietto da visita appare la dicitura consulente ma il contratto sottoscritto parla di un venditore. Questo meccanismo lascia a difesa dell’interesse del titolare d’impresa la sola coscienza del consulente/venditore che ha davanti. L’immagine che mi viene subito in mente è quella di un grande tiro alla fune da una parte il Sig. Rossi, imprenditore affermato, dall’altra una infinita schiera di assicuratori, consulenti finanziari, agenti di commercio, fornitori e chi più ne ha più ne metta. Una situazione lievemente sbilanciata.

Tengo a precisare che questa non vuole essere un’invettiva verso determinate figure professionali, anzi. L’intento è quello di suggerire una riflessione che porti una profonda e accesa critica al meccanismo economico/sociale nel quale siamo stati portati. Legando la retribuzione del singolo, sempre di più per la verità, ad un evento, quasi sempre una vendita, cedo a meccanismi che non sono legati all’interesse del cliente. L’esplosione della sfiducia nell’istituzione bancaria è successiva di qualche anno all’introduzione di meccanismi retributivi legati ad obiettivi di sottoscrizione di prodotti, sarà un caso?

Porsi sul mercato come soggetto autonomo e slegato da dinamiche commerciali è la solo via percorribile.

Se ci fermassimo qui avremmo sollevato una questione muovendo solo critiche, attenendoci alla peggior politica distruttiva. Al contrario ambiamo a suggerire soluzioni. Per questo prendiamo spunto dal mondo anglosassone che, da diversi anni, ha trovato una soluzione al problema. In realtà ha posto un doppio scudo a protezione delle aziende. Da una parte ha imposto una chiara distinzione tra consulente e venditore, infatti solo i secondi possono collocare prodotti. In seconda istanza ha creato figure professionali esclusivamente consulenziali, retribuite dalle aziende, con il preciso intento di valutare ciò che viene proposto dal mondo commerciale.

Da tre anni porto avanti questo approccio nei confronti di aziende ed attività, posso confermare che per porsi al fianco delle aziende non si può avere interesse nel collocamento di un prodotto. Altrettanto è lampante quanto sia gratificante ricevere la fiducia desiderata. Questa è agevolata da un meccanismo retributivo che permette al consulente di guadagnare di più quando l’imprenditore ottiene migliori risultati. Questo è il rapporto sano e virtuoso che il sistema “lavoro” dovrebbe sostenere.

A presto.

Emanuele

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