Proseguiamo nella nostra analisi del mondo finanziario parlando, oggi, del più comune strumento di investimento utilizzato: i fondi comuni di investimento.

Alla base di questi sta un principio molto semplice (che renderò ancora più semplice per facilitarne la comprensione) maggiore è il numero dei titoli su cui investo minore è la probabilità che perda tutto il mio capitale, pensiamo al lancio di una moneta,iperbole12 se lancio una volta sola ho il 50% di possibilità di perdere, se la lancio 10 volte ho circa lo 0,05% di possibilità di perdere ogni volta. Nel grafico a lato vediamo la rappresentazione del rischio, più è basso il numero dei singoli investimenti (asse orizzontale, ascisse) più il valore dell’asse verticale (ordinate), che rappresenta il grado di rischio, è elevato, di contro più il numero dei prodotti sale più il rischio si abbassa. Una doverosa premessa è quella che porta al trattamento dell’investimento come un meccanismo legato alla fiducia, quindi per chi investe è una scommessa, la realtà è quella che dietro ad una consulenza, si spera, ci siano delle competenze che ci facciano uscire dalla sfera della fortuna.

Detto ciò i fondi ci permettono di usufruire della gestione dei capitali di cui beneficiano i grandi investitori, quando sottoscriviamo un investimento in un fondo acquistiamo una quota di esso, e assieme a migliaia di altri risparmiatori creiamo un capitale che viene collocato in qualsiasi tipologia di prodotto esistente: da prodotti monetari a materie prime, da azioni a obbligazioni, da gestioni separate a prodotti assicurativi.

A differenza di altri prodotti i fondi mutano composizione, quindi un fondo in perdita non rappresenta una possibilità speculativa bensì la scarsa attitudine a leggere il mercato da parte dei gestori.

I fondi sono enormi contenitori finanziari su cui speculano più strutture, in primis i gestori, che in cambio delle loro conoscenze richiedono una percentuale sul ricavo, ma anche le banche che collocano il fondo al cliente trattengono una parte, al risparmiatore resta “il resto” al netto di tutti i passaggi.

In ultima analisi i fondi comuni di investimento rappresentano la possibilità per chi non ha competenze sufficienti ad operare nel mondo finanziarlo di farlo, ci si lega ad altri ed assieme si viene gestiti da chi ha nozioni per provare a leggere i mercato. Keynes (il maggior economista del ‘900) riteneva poco accorta la diversificazione negli investimenti, in quanto “posso conoscere bene un numero limitato di realtà su cui investire”, questo concetto è corretto per chi ambisce ad avere competenze per leggere da solo le situazioni, per tutti gli altri non restano che i fondi.

A presto,

Emanuele