Studio di consulenza Albertario
Quarto appuntamento con le lezioni di finanza, oggi trattiamo la costruzione di un piano di investimento generale, il più aderente possibile alle esigenze basilari dell’investitore medio.

Nella storia evolutiva dell’investitore il gradino successivo a quello dell’homo “investo e spero” è quello dell’homo “magari un minimo di ragionamento lo faccio”, ci sono infatti eventi facilmente prevedibili per i quali, se si agisce per tempo, si può programmare una soluzione.

Partiamo col dire che un buon portafoglio di investimento possiede sia prodotti con grado di rischio diverso che prodotti con orizzonti temporali diversi, se nel primo caso è fin troppo semplice determinare il motivo di tale scelta, in molti perdono di vista il fattore tempo in tema economico.

L’arco temporale di sviluppo di un investimento è, spesso, il fattore critico di successo per un buon ricavo, se investo 3000€ divisi equamente tra fondi azionari, titoli di stato e prodotti assicurativi quale trance di 1000€ mi frutterà maggiormente?

E’ impossibile dare una risposta a questa domanda senza un riferimento temporale, infatti se ragioniamo su tempistiche diverse: 1 anno, 10 anni e 20 anni la risposta varia.

Come si costruisce allora un buon piano di investimento?

Prima di tutto ricordiamo sempre la buona regola della diversificazione, ora aggiungiamo il concetto di quella che viene chiamata yoga“scaletta”, ossia un piano di riscossione degli investimenti a intervalli prestabiliti (anche a livello indicativo) che porti a soddisfare esigenze prestabilite o imponderabili.

La creazione della scaletta di cui parliamo inizialmente conta 3 pioli, quello del breve periodo (1-3 anni), quello del medio periodo (3-10 anni) e quello del lungo periodo (oltre i 10 anni) per questi orizzonti si vanno a scegliere i prodotti che maggiormente si addicono, in base al momento storico, all’esigenza manifestata. Una volta creato il meccanismo che porta a scadenze di piani di accumulo o possibili disinvestimenti azionari si creano ulteriori pioli, in media la vita di un’auto si attesta intorno ai 5-7 anni, un arco di tempo sufficiente a creare un piolo nella mia scaletta di investimento che renda tale spesa se non totalmente assorbita almeno meno incisiva, se viceversa il termine dell’investimento non coincide con alcuna spesa quel capitale può essere riversato, tutto o in parte, in un nuovo prodotto che soddisfi una nuova esigenza futura.

La realizzazione di sistemi di investimento simili ha numerosi vantaggi, occorre solo prestare attenzione al mantenere sempre un equilibrio economico tra presente e futuro, non è infatti opportuno peggiorare la propria situazione presente per creare un vantaggio spostato più in là nel tempo.

Applicando la scaletta ai propri investimenti viene facilitata la diversificazione, l’ansia del mercato viene stemperata ma soprattutto quell’affanno economico che portano determinate spese viene affrontato per tempo e quindi annullato.

A presto,

Emanuele