Italia paese di santi, poeti e navigatori e guardando le ultime stime raccolte anche di consulenti.

Siamo infatti uno dei primi Paesi dell’eurozona per fatturato in tema di consulenza, personal shopper di via Montenapoleone, life coach, dai motivatori assunti dagli sportivi ai consulenti finanziari stiamo assistendo ad un processo di specializzazione tale da poter usufruire di un professionista per ogni nostra singola esigenza. Occorre una doverosa specifica però, questo fattore, molto spesso, è frutto dell’ars italica del sapersi arrangiare quindi una ragazza carina nata a Roma e con un po’ più di intraprendenza delle coetanee può trasformarsi in una tourist assistant da 650€ all’ora, oppure uno studente di psicologia fuori corso da 3 anni ottenga una tariffa oraria da 150€ come psicologo canino (voci di popolo lo danno molto in voga anche tra i felini).

Queste però devono essere considerate anomalie, mode in voga tra chi guadagna più di quanto riesca a spendere, l’italiano medio se simeritocrazia affida ad un consulente lo fa per avere un vantaggio concreto, quasi sempre di natura economica, ed ecco perché stiamo importando una nuova tendenza a stelle e strisce.

Dagli Stati Uniti, soprattutto a causa della crisi economica che ha lascito numerosi consulenti finanziari senza lavoro, si è trovata una soluzione per rimettere sul mercato queste figure e pagarne il merito, il meccanismo è facile, tutto sta nell’offrire consulenza gratuita e dividere con il cliente il vantaggio.

Mi spiego meglio, il problema consisteva nel fatto che non essendoci denaro da spendere difficilmente ci si rivolgeva ai consulenti, il fatto che sia il professionista stesso a creare il margine con il quale essere pagato ha reso il meccanismo di nuovo vincente.

Questo sistema di retribuzione possiede numerosi vantaggi: in primis la motivazione del consulente ottimizza il servizio verso il cliente (più è alta la qualità del mio servizio maggiore è la retribuzione), l’ambito lavorativo diviene assolutamente meritocratico ed inoltre è alla portata di tutti. Urge una specifica però, per coloro che lavorano in campo economico il procedimento è facile, di fronte ad un risparmio/guadagno il consulente ne prende una percentuale, ma nel caso in cui la prestazione non sia quantificabile?

Qui c’è l’azzardo, sarà infatti il cliente stesso a decidere quanto corrispondere per la prestazione ricevuta.

Qualche sera fa affrontavo il discorso con un amico e, come molti di voi penseranno, lui mi diceva che un sistema del genere in Italia non funzionerebbe, controbattevo che io adopero lo stesso meccanismo e che vengo pagato in base a quanto faccio risparmiare al mio cliente, la discussione è terminata con lui che constatava che se il vantaggio non è quantificabile l’italiano non pagherà mai un corrispettivo equo.

Oggi rispondo a lui tramite un esempio, in Italia, vicino a Cuneo, esiste un ristorante dal nome curioso Osteria senza oste, questo posto applica in tutto e per tutto quanto abbiamo detto qui sopra, alla fine del pasto (disponibile a buffet quindi senza camerieri) il cliente procederà a pagamento per la cifra che ritiene congrua alla qualità del pasto consumato, il ristorante è ormai aperto da anni, produce ottimi ricavi e offre ai suoi coscienziosi avventori un’ottima vista.

Personalmente adotto questo sistema di retribuzione perché ritengo che offrire responsabilità mi doni credibilità e clienti felici.

A presto,

Emnuele.