Ora che i giochi sono fatti e la sovranità popolare ha espresso il suo volere non ci resta che analizzare quali ripercussioni questo “NO” avrà sulla nostra vita di tutti i giorni.

Partiamo da un presupposto certo, molto di quanto detto da ambo le parti in questi ultimi giorni è stato un semplice atto di disperato populismo per accaparrarsi un qualche vantaggio politico, da oggi non siamo in pericolo più di quanto non lo fossimo ieri e lo stesso sarebbe valso se a trionfare fosse stato il versante opposto.referendum-costituzionale-scheda
Ma quindi per noi oggi cosa c’è di diverso? C’è che siamo meno stabili, è ovvio, il nostro governo ha generato aspettative con il resto dell’Europa circa una riforma che avrebbe allineato Roma ai dettami di Bruxelles o meglio avrebbe reso il nostro governo capace di prendere decisioni con una certa autonomia e rapidità. Sospendo il mio giudizio personale sulla bontà di tale operazione, ma è indubbio che l’Italia da oggi e fino a quando non avrà un governo eletto e con i numeri per poter governare sarà un paese fermo. Nel frattempo il settore che più subirà questo congelamento politico sarà quello economico con lo spread destinato ad aumentare, i titoli bancari indirizzati verso cali più o meno significativi (anche in questo caso diffidiamo da chi dipinge scenari apocalittici) e ripercussioni anche sui titoli di stato. Quindi ciò che è accaduto ieri ha risvolti tragici? Non per forza, se questi mesi, che ci porteranno a scegliere una guida, ci offriranno una riforma che permetta a chi vince delle regolari elezioni di poter governare, potremmo ottenere quella tanto necessaria stabilità che rappresenta l’unica medicina efficace contro tutti i malanni economici che ci affiggono. In conclusione possiamo affermare che, come spesso accade, ciò che danneggia l’economia, e con essa il nostro portafoglio, non è una singola decisione ma quella serie di scelte che, in contrapposizione l’una con l’altra, generano incoerenza e con essa instabilità. Personalmente ritengo che per risolvere i nostri problemi non ci sia una decisione giusta, ma che sia indispensabile trovare una linea di pensiero e seguirla in maniera coerente, qualsiasi cosa il popolo italiano decida di fare dall’essere europeista al voler lasciare tutti e tornare alla Lira, dall’eleggere il movimento 5 stelle al rimettere la propria fiducia in Renzi, dal seguire Salvini al tornare a votare Berlusconi o dal votare sì all’aver votato no lo faccia e resti coerente con la propria idea per il tempo necessario a far sì che questa scelta porti gli effetti per la quale è stata presa.

A presto,

Emanuele