La maggiore notizia economica di queste ore è legata al’ormai nota questione BREXIT. Le posizioni popolari del governo May chiudono i tentativi di dialogo messi in atto dalla “city” per difendere il ruolo di Londra come capitale europea della finanza, sembra che il futuro prospetti un abbandono da parte delle banche della città già a partire dal 2017.
La notizia è fresca e porta a ragionare sulle inevitabili conseguenze del referendum che ha causato l’uscita del Regno Unito closed-300x244dall’Europa, questo ha creato uno sconvolgente allontanamento di Londra dall’universo economico nessuna multinazionale (soprattutto i gruppi bancari) intende subire i disagi gestionali e regolamentari che questo cambiamento comporta. Il processo, in realtà, è già iniziato qualche settimana fa, quando sono trapelate voci riguardanti il taglio drastico di grossi gruppi esteri nei confronti delle loro realtà oltre la Manica, dagli Stati Uniti le lobby della finanza spingono per portare uffici e personale a New York lasciando la questione un problema solo per il vecchio continente.
E’ questo il vero problema, non esiste una città alla stregua di Londra per gestire il sistema economico europeo per mille ragioni, Parigi e Madrid corteggiano la city augurandosi un trasferimento di essa all’interno delle proprie mura ma nessuna delle due ha la caratura cosmopolita della città sul Tamigi, in definitiva Londra rappresentava la porta dell’Europa sul mondo finanziario questa è stata murata ma non si può trovare una perfetta sostituta, occorre necessariamente apportare modifiche al sistema. Lo scenario più probabile è quello che porterà ad una distribuzione dei gruppi finanziari in diversi poli sparsi per l’Europa, una sorta di passaggio dalla monarchia monetaria ad un’oligarchia finanziaria, vedremo probabilmente un crescente interesse intorno a Parigi, Berlino e Milano che sembrano le candidate più serie ad accaparrarsi almeno una fetta di quel potere che i sudditi della regina hanno deciso di cedere in termini finanziari.
E della Londra sede della city che ne sarà? Nessuno scenario apocalittico all’orizzonte ma un drastico calo dell’impiego è certo, come è certo un calo del valore degli immobili che verranno lasciati da quelle realtà che per trattare di investimenti, finanza e capitali sceglieranno una sede con vista sulla Tour Eiffel oppure con una finestra dalla quale osservare il Duomo o magari, perché no, con la possibilità, durante una pausa, di fare due passi all’ombra della porta di Brandeburgo.
A presto,
Emanuele