“Per economia reale si intende l’ambito della vita economica direttamente collegato alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi. Si contrappone all’economia finanziaria, che, viceversa, non produce nulla.”
Economia Reale di Nicola Loda
Come suggerisce la definizione l’economia reale ha come caratteristica fondante quella di possedere una natura concreta. Impianti, aziende, macchinari,liberi professionisti,negozi;
tutto ciò che prevede una produzione o uno scambio di beni o servizi va a creare questo comparto economico. Da anni a questa parte, da Berlusconi a Monti, da Draghi a Squinzi, si susseguono gli appelli ad un ritorno all’economia reale, unica via di scampo, secondo molti, alla crisi economica generata da un’economia troppo legata alla finanza, e per questo astratta.
Come quasi tutte le questioni più complesse, anche questa, possiede radici profonde che si ricollegano al nostro sistema economico capitalista. Esso infatti è il principale ispiratore dell’enorme crescita economica registrata nella seconda parte del secolo scorso, ma anche del principio che ha subito la degenerazione che attualmente ci colloca in un periodo economicamente non semplice. Il nocciolo del discorso è tutto qui, fino a quando il capitalismo è rimasto un concetto “concreto” ha prodotto benessere, ha generato occupazione, incrementato la produzione e contribuito ad espandere il concetto di mercato. Non possiamo dire che questo processo sia ancora in atto, a causa dell’esasperazione del modello lo sbilanciamento economico verso l’ambito finanziario impoverisce gli stati e con essi la popolazione. Il capitalismo è diventato capitalismo finanziario, una degenerazione oligarchica che lo ha portato ad alimentare sé stesso, perdendo quella distribuzione di ricchezza a cascata sulla piramide produttiva che lo aveva caratterizzato. E’ di pochi giorni fa la pubblicazione di un dato sconcertante che prova la veridicità di quanto detto finora:
62 persone detengono il 50% della ricchezza mondiale, ancora peggio se ragioniamo sulle famiglie dove l’1% possiede il 99% della ricchezza; tutte queste famiglie hanno interessi in grosse realtà finanziarie.
In definitiva ha ragione chi invoca un ritorno all’economia reale, principalmente per un concetto di ridistribuzione della ricchezza, tutto sta nell’attuare politiche forti di incentivazione e di alleggerimento del carico fiscale.
A presto.
Emanuele