Il pezzo di oggi avrebbe dovuto trattare di economia con un tema di una sconvolgente attualità la plutocrazia, ma mentre gironzolavo sul sito del sole24ore ho trovato un editoriale di Paul Krugman, premio nobel per l‘economia nel 2008 (questo è il link all’articolo).
Il cuore del discorso è appunto che, trattando di temi economici, si rischia un’immancabile astrazione rispetto alla concreta realtà che contraddistingue il quotidiano di ciascuno. Il tema economico, specialmente nella sua accezione finanziaria, è sempre più cassato come complesso, poco comprensibile ai non addetti ai lavori ed imprevedibile, Krugman riporta tutti all’importanza che ha la cultura economica sociale. “…la tentazione di prendersela comoda e non fare la fatica di tradurre astrazioni in cose più concrete, che la gente possa comprendere, è grandissima. E dobbiamo combatterla.”. Ritengo questo passaggio un manifesto per chi, come me, tratta argomenti in maniera libera, senza legarsi a nessun marchio per il quale dover “vendere”. La consulenza libera del resto segue un unico dogma: l’interesse del cliente coincide con l‘interesse del consulente.
Il fine, quanto mai nobile, che invoca Krugman è quello di favorire un abbandono del modello di dipendenza conoscitiva che spinge l’investitore medio a fidarsi senza capire, ma come possiamo ottenere questo? Rivendicando un sacrosanto diritto: poter farsi un’opinione. Portando il tema ad un livello concreto non si possono accettare frasi come “si fidi”, “firmi qui, poi leggerà con calma” ed “è molto complicato spiegarlo in due parole”, ognuno di noi ha il diritto di capire. L’analisi economica deve abbandonare la propria connotazione elitaria e rivolgersi ad un pubblico il più ampio possibile, la negazione di conoscenza è, in ogni ambito, privazione di libertà, per questo l’opera di consulenza non può che porsi come primo e sostanziale scopo quello di aiutare a capire esigenze, caratteristiche e rischi di cliente e prodotto.
Il sonno della ragione (economica) genera mostri, uno di essi è la plutocrazia, ma di questo parleremo più avanti.
A presto.
Emanuele