Una delle foto immancabili durante un viaggio a New York è quella accanto al toro di Wall Street. Fu realizzato nel 1989 da un artista italiano, Arturo Di Modica, come simbolo della continua crescita finanziaria della città. Da quasi trent’anni, “The charging bull”, è entrato nel cuore della popolazione newyorchese di cui è simbolo e vanto. Proprio in questi giorni davanti al toro è stata posta un’altra statua. Una bambina, in posta ferma e fiera, si para dinnanzi al toro con aria di sfida. L’opera vuole sottolineare la disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro e, nello specifico, nella finanza.
Cosa ci mostra la statua della bambina e cosa vediamo attraverso i suoi occhi?
Confesso che, inizialmente, vedendo l’immagine delle due statue non ho pensato al reale scopo dell’istallazione, ma, nonostante ciò, mi ha fatto riflettere. Oggi la finanza è più che mai paragonabile ad un toro. La potenza che essa governa è incalcolabile, basti pensare al fatto che dei 990 mila miliardi di dollari di valore finanziario generato, 710 mila miliardi sono derivati. Ciò equivale a dire che il castello economico che costruiamo non poggia più su solide fondamenta. Il prodotto lordo mondiale tocca quota 75 mila miliardi di dollari, la differenza tra i due numeri offre la visione dello sbilanciamento verso la finanza che sta soffocando l’economia reale e che genera crisi.
Ora guardare la statua del toro fa un po’ più di paura. La critica che, in maniera condivisa, viene mossa alla deriva finanziaria dell’economia è quella di estraniarsi dalla realtà. Per averne la prova basta cercare un qualsiasi editoriale di un economista (consiglio Paul Krugman premio nobel per l‘economia 2008). Ma quindi quella bambina è destinata d essere spazzata via dalla forza che la travolgerà? No, o meglio, non per forza. Davanti a quel toro, con la stessa posa, occorre che ci si metta un po’ tutti. L’unico modo che abbiamo per far tornare il charging bull di Wall Street solo una statua accanto a cui farsi una foto è conoscere il sistema finanziario attuale.
Lo scopo non deve essere quello di demonizzare la finanza, bensì di evitare le degenerazioni negative che la caratterizzano. La finanza è stata per anni uno dei maggiori fattori di spinta dell’economia. Questo processo ha generato ricchezza e benessere, fino a quando l’economia reale non ha rallentato, a quel punto anche la finanza avrebbe dovuto assecondare l’andamento, invece, ha continuato ad accelerare. Questo momento distonico tra le due aree ha fatto sì che la finanza perdesse la sua connotazione concreta e reale. La vera soluzione del momento economico attuale è semplicemente un ritorno coscienzioso al’economia reale, proprio questo sembrano suggerirci i piedini ben piantati per terra della bimba davanti al toro.
A presto.
Emanuele