Tra gli innumerevoli errori che si possono compiere in campo economico il peggiore è senza ombra di dubbio quello di avere fretta.
“Non vanno d’accordo il ragionamento e la fretta.”
Sofocle
Diamo per scontati tutti i ragionamenti che abbiamo già fatto sulle regole per un buon investimento. Concentriamoci, quindi, sul solo concetto di “tempo” per prendere una decisione. Dove investire il proprio denaro non è una decisione esistenziale ma, a mio avviso, risulta oggi tutt’altro che banale. Perché, allora, spesso i nostri interlocutori economici ci trasmettono fretta e ansia? Perché ci lasciamo prendere da quel senso di incombente perdita di un affare che ci convince a decidere celermente?
Tutto questo accade, in quanto, sempre più di rado possediamo il controllo della nostra vita economica. La settimana passata ho incontrato un cliente al quale è piaciuto il fatto che il mio guadagno sia slegato dal fatto che lui sottoscriva un prodotto o meno, così ha deciso di contattarmi. Una discreta somma di denaro giaceva sul suo conto e assicuratori, impiegati bancari e fantomatici consulenti avevano iniziato l’opera di terrorismo psicologico. Quei soldi erano disponibili sul conto da meno di una settimana e il malcapitato presentava evidenti segni di esaurimento economico. La tanto denigrata giacenza sul conto è un male sicuramente preferibile ad un investimento sbagliato. Questo però non è ammissibile da chi guadagna con provvigioni o bonus sugli investimenti dei clienti. Occorre ragionare in maniera corretta su questo punto, poiché risulta fondamentale. La concorrenza nel mercato del risparmio è ogni giorno più forte e la semplicità con la quale i soldi si spostano da un istituto all’altro obbliga gli attori economici a tutelare il proprio guadagno vincolando i capitali dei clienti.
La fretta di togliere i soldi dal conto è solo della banca (assicurazioni e poste).
Non esiste un motivo per il quale un investitore debba decidere in un tempo inferiore a quello che reputa adeguato. Conoscere le proprie esigenze, le caratteristiche di un prodotto o lo sviluppo di una situazione sono diritti ai quali non rinunciare. Entrare in questa ottica riduce quel senso di ansia mista ad incertezza che caratterizza il nostro mondo del risparmio, chi lo capisce, oltre a vivere più serenamente, combatte un meccanismo che sempre meno si cura dell’individuo.
Personalmente ho provato cosa significhi lavorare sottostando a queste regole. Gli svantaggio si ripercuotono a cascata su addetti ai lavori e clienti, generando quel clima di sfiducia che caratterizza il mondo del risparmio. La mia scelta di lavorare secondo regole diverse è stata principalmente improntata ad uscire da questo ingranaggio. Non posso far altro che provare a convincere il maggior numero di risparmiatori ad approcciarsi a questo tema con calma e serenità. Una buona scelta prevede conoscenza e questa è irraggiungibile senza i giusti tempi.
A presto.
Emanuele