Uno dei temi caldi della settimana è certamente quello delle “Fake news” anche in economia.
Per rendere il concetto di “Fake News” più nostrano possiamo identificarle come notizie false, bugie, balle. Quello che non tutti sanno è che dietro non c’è la voglia di prendere in giro ma, bensì, interessi economici.
La portata di questo concetto cresce ogni giorno. Oggi infatti ognuno di noi ha la possibilità di condividere e far circolare qualsiasi tipo di informazione. Questo genera spesso un sorriso, ragioniamo sulle più disparate teorie, una su tutte la terra piatta. A volte provoca danni immani anche a livello sanitario, basti pensare alla crociata anti-vaccini perorata molto spesso da persone senza alcuna voce in capitolo. In termini finanziari il tentativo di influenzare il mercato con “Fake News” è una pratica tutt’altro che rara, essa genera anche un reato perseguibile meglio noto come aggiotaggio.
Il dilagare di qualsiasi tipo di informazione senza alcun filtro o controllo sposta decine di migliaia di milioni di euro. Voci su una fantomatica OPA (offerta pubblica di acquisto) permettono ad un titolo di guadagnare diversi punti percentuali in borsa, salvo poi sgonfiarsi. E’ possibile trovare anche esempi al contrario. Cavalcare un possibile dissesto finanziario di un’azienda o un istituto di credito permette a chi vuole influenzare il mercato di acquistare in controtendenza ad un prezzo più basso. L’investitore medio in questo scenario non è altro che il volume necessario ad influenzare il mercato.
Ma come possiamo tutelarci dal dilagare di notizie che rischiano di compromettere il nostro buon investimento?
Sicuramente è importante possedere una cultura economica di base. Avere un’infarinatura di quelli che sono i principali concetti in tema di risparmio ci permette di eliminare le notizie più assurde. Occorre poi cercare fonti il più attendibili possibile, scartando tutta quella parte di informazioni provenienti da voci generiche o testate e siti poco conosciuti.
Chiudo con un aneddoto. Qualche anno fa negli Stati Uniti il Sig. Craig Jackson iniziò la sua crociata contro l’ossido di diidrogeno. Craig porto il fatto che questa pericolosissima sostanza inodore ed incolore fosse ormai presente in tutti i fiumi ed i laghi del mondo alla ribalta mondiale. Fu firmata una petizione per abolirla addirittura da alcuni delegati delle Nazioni Unite. Furono innumerevoli le raccolte di firme tra la popolazione. Tutto ciò terminò quando fu rivelato da Craig che l’ossido di diidrogeno non è altro che il nome in nomenclatura ordinaria della formula H2O ossia l’acqua.
A presto.
Emanuele