Il cigno nero

Nel gergo economico esistono modi di dire e raffigurazioni quanto mai singolari.

Oggi parliamo del così detto “cigno nero”. Partendo dalla nascita di questa espressione, ripercorriamo la storia economica e analizziamo l’estrema attualità del tema.

Il termine cigno nero ha radici antiche. Risale a Giovenale la prima traccia documentata: “rara avis in terris, nigroque simillima cygno” (uccello raro sulla terra, simile a un cigno nero). L’espressione identifica una caratteristica unica associata ad una realtà ben chiara e concreta.

Dobbiamo, invece, a Nassim Taleb l’introduzione del termine nel mondo economico. Taleb è un filosofo, saggista e matematico libanese celebre ed apprezzato per il suo approccio al tema della casualità. Nel 2007 pubblica “Il cigno nero”, inserito dal  Sunday Times tra i libri che hanno cambiato il mondo. Questo tratta la capacità umana di spiegare a posteriori eventi imprevedibili in maniera estremamente semplicistica. Volendo definire un cigno nero dobbiamo legarlo a tre caratteristiche specifiche: la prima è la bassissima probabilità di verificarsi di un fatto, la seconda è l’impatto e lo shock che questo provoca ed infine la terza è la predisposizione ad essere spiegato a posteriori come qualcosa di inevitabile.

Taleb nel suo saggio presenta 10 regole per poter evitare il verificarsi di un cigno nero.

Riassumiamo ora questi spunti cercando di comprenderli al meglio.

  1. Ciò che deve rompersi è meglio che lo faccia subito. E’ inutile crescere un sistema che già dalle prime fasi presenta anomalie, sviluppandosi queste anomalie non faranno che ingigantire le problematiche
  1. Evitare la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti. Il verificarsi di questo scenario unisce i lati peggiori dei sistemi economici del ‘900 (oggi il potere governativo è fortemente influenzato da attori privati: le banche)
  1. A chi ha distrutto uno scuolabus guidando bendato deve essere impedito di guidarne un altro. Questo dovrebbe impedire a chi ha generato perdite o problematiche in ambito economico di svolgere lo stesso compito in altre realtà (I top manager sono sempre gli stessi)
  1. Chi riceve bonus o incentivi non deve gestire un impianto nucleare o realtà finanziarie. Questo perché sarà spinto ad aggirare regole e dettami di sicurezza per massimizzare i risultati ed il profitto.
  1. Diminuire la complessità per aumentare la semplicità. Impossibile essere più chiari di così.
  1. I bambini non possono giocare con la dinamite, neanche avendone le istruzioni. I derivati complessi sono elementi quasi impossibili da capire e pericolosi, il consumatore deve essere tutelato.
  1. Solo lo schema di Ponzi dovrebbe basarsi sulla fiducia. Lo schema di ponzi è un sistema truffaldino dove il truffato, per riottenere i suoi soldi, deve portare nello schema altri individui, a loro volta truffati. Il fondamento del sistema è appunto la fiducia (Taleb è estremamente ironico in questo punto)
  1. Non dare ad un drogato in crisi di astinenza altra droga. Curare i danni della leva finanziaria con una leva finanziaria maggiore è irresponsabile.
  1. Non si può fare affidamento su attività finanziarie. I cittadini non dovrebbero provare ansia per i loro investimenti ma per le attività che gestiscono, in quanto su esse possono esercitare conoscenza e controllo.
  1. Non si può fare un’omelette con le uova rotte. Curare una crisi con rattoppi di fortuna trascina il problema senza risolverlo mai veramente.

La storia è piena di cigni neri. Il primo evento di questo tipo è la tulipanomania, tragicomica vicenda svoltasi tra il 1500 ed il 1600. Ma esistono casi più recenti e famosi come la crisi del 1929 o l’11 settembre 2001. Oggi si torna a parlare di cigno nero in relazione alla fortissima instabilità economica, sociale e politica che viviamo. La probabilità che si concretizzi un evento economicamente disastroso è bassa, ma quanto ci metteremmo a darci una spiegazione accettabile?

Condivido le conclusioni che Taleb propone. Dobbiamo muoverci verso una realtà economica non incentrata sulla finanza ma sulle attività reali. L’economia dovrebbe basarsi su un sistema con numerose realtà di dimensioni ridotte, senza sovrastrutture basate su leva finanziaria e derivati. In definitiva un luogo più stabile e meno avvezzo alla compara di cigni neri.

A presto.

Emanuele

 

 

 

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