Economia e favole

I bambini apprendono dalle favole temi che noi adulti elaboriamo con difficoltà.

Oggi parliamo di un esperimento. L’università Cattolica di Milano nel 2013 ha compiuto una ricerca sul rapporto che i bambini sviluppano con l’economia. Agli studenti di due scuole elementari sono state sottoposte nove favole che trattavano temi come: risparmio, previdenza ed indebitamento. Non pensiamo a cose particolari: la cicala e la formica è un esempio dei brani trattati. Alla fine, ai bambini, sono stati proposti dei percorsi di analisi e di confronto sui temi trattati. I risultati sono stati impressionanti.

In primis è stato subito chiaro come, nonostante l’età, fossero già ben coscienti di argomenti come il mutuo, le rate o lo stipendio. Inoltre l’analisi critica ed economica si è rivelata assolutamente evoluta. Chiamati a riscrivere il finale, un po’ troppo triste, della cicala e la formica, la storia prende una piega solidale. Nelle varie operazioni di analisi esiste un latente movimento di crescita e guadagno condiviso. E’ interessantissimo constatare ciò, il nostro sistema economico ha ripudiato per decenni un meccanismo di condivisione del guadagno, solo da poco si è riscoperto il valore di questa pratica. Tutta la ricerca è stata pubblicata in un libro: “Fiabe e Denaro” edizioni D’Este.

Il valore della ricerca smaschera i Soloni della finanza.

Il vero elemento riflessivo su questo tema è il valore assoluto che un approccio libero offre all’argomento economico. La creazione di arzigogoli finanziari ha, per anni, reso complesso un meccanismo che perfino un bambino ha potuto migliorare. Tutti coloro i quali parlano di economia e finanza come fosse una pratica incomprensibile ai più dovrebbero arrossire dalla vergogna. La naturalezza con la quale uno studente elementare suggerisce la distribuzione a cascata di un valore su più attori economici è sintomo di quanto sia fisiologica la comprensione di tali temi. La riflessione della Dottoressa Rinaldi (ricercatrice di Sociologia presso l’università di Udine) avvalla quanto detto finora: «I bambini rispetto agli adulti sono più attenti alle relazioni. Si chiedono: “Se hai soldi ma non hai amici, con chi giochi?”. Non a caso, è piaciuta molto la favola Il re che voleva diventare ricco dove chi si arricchisce fa il bene anche della comunità. Compito degli adulti è incrementare questa attenzione».

Il mio personale giudizio non può che essere legato al valore immenso che possiede l’economia sociale. Questo studio certifica che custodiamo una naturale inclinazione verso questo approccio. La forzatura finanziaria dell’economia, oltre a possedere un rendimento minore, si rivela innaturale.

 

A presto.

Emanuele

 

 

 

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