Sviluppare reti commerciali senza costi è possibile

La consulenza spesso viene giudicata troppo costosa, c’è un modo per renderla disponibile a tutti?

Uno dei più alti muri a livello collaborativo tra aziende e consulenti è rappresentato dalla fiducia. Personalmente ho assistito, direttamente o indirettamente, ad accordi saltati per una questione di condivisione del rischio. Il copione è molto semplice, in prima battuta noi consulenti presentiamo gli effetti benefici e taumaturgici del nostro operato e, poi, la controparte aziendale cerca garanzie sull’investimento economico che farà scegliendoci come consulenti. Dopo questo gioco delle parti ci sono due strade, l’accordo economico con conseguente stretta di mano oppure la valutazione aziendale legata al fatto che il costo ed il “rischio economico” sia sbilanciato. Quest’ultimo aso porta sempre ad una stretta di mano ma solo per salutarsi.

Quello esposto finora è il motivo per il quale molti accordi di consulenza non vanno a buon fine e soprattutto quasi nessuna piccola realtà sceglie la via della consulenza. Ritengo che un percorso consulenziale sia doveroso e per questo ho cercato di sviluppare un modello adatto alle piccole come alle grandi realtà e dedicato alla condivisione del rischio. Spiegato in altre parole ho pensato di legare la retribuzione della mia consulenza ai risultati raggiunti.

Condividere il rischio economico partecipando al guadagno generato.

Cercando di esporre il modello in maniera chiara spesso mi capita di dover lavorare con realtà commerciali che puntano ad ampliare reti commerciali o a introdurre meccanismi più performanti. In questo caso è semplice parlare con agenzie assicurative, immobiliari o reparti vendita che accettino di retribuire il mio operato con una percentuale dello sviluppo commerciale raggiunto. Se per una consulenza si chiedono 3.000 € una buona fetta di mercato giudicherà troppo costoso il progetto. Ma quale imprenditore nega anche 4.000 € ad un processo che ne genera 10.000 € di puro sviluppo?

Questo schema lavorativo trova la sua ragion d’essere nella condivisione. Da una parte il consulente accetta il rischio di impiegare il proprio tempo senza garanzia di ottenere un profitto, nel caso in cui non verrà generato un guadagno, dall’altra, la controparte aziendale, condivide parte del proprio guadagno. Questo modello premia la consulenza concreta, quella che genera risultati.

A presto.

Emanuele

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