Giovanni delle Bande Nere ed il mondo del Lavoro

E’ possibile spiegare il mondo dei professionisti di oggi cercando nelle vicende del Rinascimento.

Cedo oggi alla tentazione di unire due mie grandi passioni: l’economia e la storia. Il fine di questa operazione è di rendere estremamente concreto e tangibile un processo a cui assistiamo ma al quale sembriamo non prestare attenzione: il cambiamento della struttura del mondo del lavoro.

Ludovico di Giovanni de’ Medici, detto Giovanni delle Bande Nere, è stato uno tra i più celebri condottieri di ventura del Rinascimento. L’infanzia di Giovanni è divisa tra tutori e conventi in quanto la madre (Caterina Sforza) morì prigioniera di Cesare Borgia. La burrascosa adolescenza fu gestita dal fiorentino Jacopo Salviati che per arginarne l’indole lo porto prima a Roma e poi ne favorì l’ingresso tra le milizie pontificie.  Le sue azioni lo collocano in Italia al servizio della causa papale tra il 1516 ed il 1526.

Giovanni fu a capo di una compagnia di individualisti, scapestrati  e indisciplinati uomini d’armi. Il suo merito fu duplice. In prima battuta insegnò disciplina e coesione, costruendo una perfetta macchina organica capace di sconfiggere avversari superiori numericamente e meglio armati. In secondo luogo osservò, con vero acume strategico, il declino della cavalleria pesante. Scelse per questo cavalli più piccoli e leggeri adatti ad azioni rapide, dinamiche e letali. Il 1° Dicembre del 1521 morì papa Leone X, Giovanni per manifestare il proprio cordoglio tinse di nero il proprio stemma (un tempo a bande bianche e viola) da qui il soprannome “delle Bande Nere”. 

Giovanni delle Bande Nere morì a Mantova il 30 Novembre del 1526 a seguito della cancrena generata dall’amputazione di una gamba ferita. Di lui Niccolò Machiavelli parlò come l’unico baluardo italico capace di arginare la discesa di Carlo V.

Oggi questa vicenda presenta le stesse caratteristiche del mondo dei professionisti.

Il mondo del lavoro dei professionisti oggi presenta le stesse caratteristiche che Giovanni osservava nei propri uomini. Osserviamo dapprima strutture troppo pesanti e gravate di costi che gestiscono fette di mercato più ampie di quelle che potrebbero ambire a detenere.

D’altra parte, invece, schiere di lavoratori autonomi procedono affrontando il mondo del lavoro singolarmente senza accettare alcun tipo di sinergia e difendendo il proprio “sapere” senza renderlo fruibile. Questi due fattori, per dinamiche diverse, complicano l’ambiente lavorativo in cui operiamo.

Personalmente ritengo chiarissima la via che dovrebbe seguire un professionista oggi. Da un lato la creazione di collaborazioni con altri professionisti al fine di generare squadre di lavoro dedicate alla singola esigenza del cliente. Questo permette  l’eliminazione di tutte quelle strutture che allungano la filiera e generano costi inserendo ostacoli al normale iter. Lo scopo deve essere quella professionalità liquida che permette di operare per singoli progetti.  Questo offre un aumento del rendimento significativo da poter presentare al cliente. Oggi è importante capire che non è più possibile pensare di soddisfare autonomamente ogni esigenza che ci viene proposta, per questo la soluzione è quella di essere parte di una rete di professionisti affidabili a cui appoggiarsi all’insorgere di un’opportunità. Il fine è quello di raggiungere un meccanismo rapido e dinamico che ponga soluzioni prima che il vecchio e pesante sistema abbia compreso quale sia il problema.

 

A presto.

Emanuele

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